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La drammatica storia di una fimmina ribelle calabrese che ha alzato la testa, non girandola dall'altra parte. Nata in un contesto di 'ndrangheta, ha sentito il puzzo della criminalità organizzata sin dalla culla. Sua nonna, davanti ai morti ammazzati della sua famiglia, ripete in continuazione: «il sangue si lava con il sangue». Ma la giovane Lea è diversa, non è fatta di quella pasta. Capisce che l'unica strada da seguire è quella della Giustizia e si affida allo Stato. Il 24 novembre 2009, a Milano, dopo altri numerosi tentativi falliti, sei uomini si scagliano vigliaccamente contro una donna. Non solo a uccidono brutalmente in un appartamento ma ne devono cancellare anche il corpo, la bruciano, infatti, dentro un bidone in provincia di Monza. Ma non riusciranno a cancellare la memoria di una eroina che ha avuto la forza e il coraggio di dire No e che per questo ha vinto la sua battaglia: il clan è stato annientato con gli ergastoli. Oggi, Lea Garofalo, è ricordata in molte piazze, in molte città, in molte scuole. Perché la memoria, nel Paese senza memoria, è di vitale importanza. All'interno foto e documenti inediti.